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PROGETTO LA TRAVERSATA DEL22 SU NAVE ITALIA

La parola agli psicologi accompagnatori

Eccoci tornati: la nostra traversata è giunta al termine. Salpati dal porto di Civitavecchia come individui estranei l’uno all’altro, siamo sbarcati a Genova quattro giorni dopo come un equipaggio unito dalla condivisione di un’esperienza unica nel suo genere. Partecipare al progetto La Traversata del22 ha permesso a tredici ragazzi
tra i quattordici e i ventuno anni di conoscersi e cimentarsi in una sfida completamente nuova e sconosciuta.

Anche se solo per alcuni giorni, non è stato semplice abbandonare la terra ferma con le proprie abitudini e sicurezze. Ognuno portava nel suo bagaglio curiosità e paura, e i primi momenti in barca sono stati caratterizzati da sguardi attenti e densi silenzi. La presenza della Presidente Giulietta Angelelli Cafiero e della Dott.ssa Caterina Asciano all’imbarco ha facilitato il momento dei saluti da parte dei ragazzi alle famiglie, che li avevano accompagnati da ogni parte d’Italia.

La calda e generosa accoglienza del Comandante Tedeschini e dei marinai ha permesso ai ragazzi di integrarsi da subito tra loro e con l’equipaggio. Hanno appreso immediatamente l’importanza le regole rispetto a spazi e tempi all’interno di un ambiente comune. Le giornate sono state scandite dalle assemblee quotidiane e da compiti ordinari di pulizia e cura della nave, oltre che di preparazionedei pasti. Queste si sono rivelate occasioni fondamentali per favorire lo sviluppo dell’autonomia, sia individuale che del gruppo. Le altre attività proposte dai membri dell’equipaggio hanno favoritol’autostima e il riconoscimento di capacità fino ad allora inespresse.

Momenti di particolare emozione sono stati quelli in cui i nostri giovani marinai si sono messi alla prova sfidando i propri timori. In particolare quando, insieme al comandante, hanno affrontato coraggiosamentela paura del vuoto arrampicandosi uno alla volta sulla delfiniera del veliero, oppure quando si sono scoperti gradualmente provetti nuotatori in mare aperto.
Le attività proposte da noi psicologi e dalla Project Manager Angela Campo hanno promosso la socializzazione, la riflessione su di sé e su quanto vissuto durante la giornata, tramite l’utilizzo di strumenti come il diario di bordo, che ogni ragazzo ha portato con sé come memoria di questa magica esperienza.
Non sono mancati momenti di svago e di divertimento durante le serate a bordo. Musica, risate e balli sono stati gli ingredienti perfetti per sciogliersi ulteriormente ed entrare in confidenza l’uno con l’altro, mettendo da parte la timidezza e l’iniziale diffidenza.

Figura centrale del viaggio è stato il capo progetto Fausto Merlo che, oltre ad essersi dedicato completamente in questi mesi all’ideazione e implementazione della traversata, ha messo a  disposizione dei ragazzi le sue conoscenze in campo astronomico e fisico,  insegnando loro a costruire una bussola e a riconoscere la stella polare da secoli guida dei marinai. Così come la bussola e la stella polare sono fondamentali per trovare la propria strada, così ci auguriamo che tutte le capacità e i risultati raggiunti dai ragazzi in questa esperienza possano essere utilizzati come base per  orientarsi nella loro vita futura.

Ad Alessio, Antonio, Camilla, Chiara, Cristina, Francesco, Irene, Jacopo, Marta, Martina, Nicola, Pietro e Riccardo: grazie per averci fatto capire che, a volte, basta un po’ di fiducia in più e si possono
affrontare tutte le paure uscendone vincitori.

Sursum corda, in alto i cuori!

L’incontro con le famiglie: In occasione del Convegno tenutosi presso il Teatro La Fenice di Venezia per celebrare il quindicesimo anniversario di Aidel22 ci è stata data la possibilità di incontrare i genitori dei ragazzi che hanno partecipato al progetto La traversata del22. Questo spazio è stato utile per un confronto rispetto a come hanno vissuto questa esperienza le famiglie, alle loro sensazioni circa il post imbarco e all’impatto che l’esperienza ha avuto nella quotidianità a distanza di quattro mesi dal progetto.

Abbiamo avuto la possibilità di pensare a una piccola restituzione che potesse individuare risorse e criticità osservate in ciascun partecipante. Abbiamo ritenuto utile focalizzare le restituzioni su tre aree riferite agli obiettivi del progetto rispetto allo sviluppo dell’autonomia e al potenziamento dell’autostima: autonomie personali, competenze relazionali e capacità di apprendimento. Nell’ambito delle autonomie personali, abbiamo preso in considerazione aspetti quali il rispetto degli spazi, dei tempi, dei turni e dei ruoli all’interno di Nave Italia, oltreché i livelli di autonomia nella cura di sé e nella responsabilità individuale rispetto alla propria terapia farmacologica. Per competenze relazionali ci riferiamo alla capacità di entrare in contatto con i pari e con gli adulti, di chiedere aiuto, prendere l’iniziativa, proporsi, e i livelli di partecipazione alle attività proposte nei momenti meno strutturati. Infine, nei feedback circa le capacità di apprendimento ci siamo riferiti alla curiosità mostrata verso la vita in barca e la conseguente capacità di assimilare tutto ciò che di nuovo hanno potuto sperimentare durante la traversata.

In generale, dai colloqui è emerso che tutti i genitori hanno osservato dei cambiamenti in seguito all’esperienza di Nave Italia. In alcune situazioni sono stati riportati dei progressi legati al piano comportamentale, in altre i movimenti hanno riguardato aspetti soggettivi e autoriflessivi, legati a una maggiore consapevolezza verso se stessi. Dal confronto con i genitori, abbiamo appreso di come alcuni ragazzi abbiano potuto trasporre nella vita quotidiana il senso di efficacia e fiducia nei propri mezzi raggiunto in barca. La condivisione con il gruppo ha spinto i ragazzi a porsi nuove domande rispetto al rapporto con sé e con gli altri utili per provare a sviluppare una più attiva partecipazione nelle scelte che riguardano la loro vita.

Le famiglie inoltre hanno dato voce alle difficoltà proprie e dei loro figli nell’elaborazione di aspetti legati alla sindrome, da quelli più concreti e corporei a quelli più strettamente psicologici e sociali. Per i ragazzi, la Traversata del22 ha rappresentato un’occasione di trovarsi e condividere anche l’impossibilità di tradurre in parole il loro vissuto e il senso di inadeguatezza che spesso li accompagna nel rapporto con l’esterno, aumentando il senso di sicurezza grazie al contesto protetto.

Questo incontro ha permesso di integrare la nostra visione e quella delle famiglie restituendo una complessità differente all’immagine fino a quel momento parziale di tutti gli attori coinvolti nel progetto: ragazzi, genitori, Associazione ed équipe.

Valeria Carriero
Grazia Anna Contaldo
Vito Lamontanara

Si ringrazia la preziosa collaborazione della fondazione Tender To Nave Italia volta alla realizzazione del progetto:

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